Succede spesso all'improvviso. Magari hai un lavoro, una routine, una vita che da fuori sembra funzionare. Eppure, dentro, senti che qualcosa stride. Come se stessi camminando con delle scarpe che non sono più della tua misura.
La frase che sento ripetere più spesso durante le mie sessioni è proprio questa: "Mi sento bloccato."
È una sensazione fisica, prima ancora che mentale. È un peso sul petto, una nebbia che ti impedisce di vedere il passo successivo. Spesso ci colpevolizziamo per questo: "Dovrei essere felice, perché non ci riesco? Cosa c'è di sbagliato in me?"
Voglio darti subito una buona notizia, frutto della mia esperienza come Coach Umanistico e, prima ancora, come uomo che ha vissuto intensamente: non c'è nulla di sbagliato in te.
Il blocco non è un difetto di fabbrica. È un segnale.
Perché ci sentiamo bloccati?
Il blocco arriva quando la nostra vita esteriore non corrisponde più alla nostra evoluzione interiore. Siamo cresciuti, siamo cambiati, ma siamo rimasti ancorati a vecchie abitudini, vecchi ruoli o aspettative altrui.
Immagina il blocco non come un muro, ma come una porta chiusa. Fa paura, lo so. Conosco bene quella paura perché l'ho guardata in faccia anch'io. Nella mia vita ho dovuto affrontare i miei demoni, attraversare momenti di buio pesto per capire chi fossi davvero.
Ho imparato, sulla mia pelle e attraverso i percorsi di crescita, che i "demoni" non vanno combattuti o nascosti sotto il tappeto. Vanno ascoltati. Spesso custodiscono proprio la chiave di quella porta chiusa.
3 Passi per iniziare a muoversi (anche di un solo millimetro)
Se oggi ti senti fermo, non cercare di correre una maratona. Il coaching umanistico non ti chiede di diventare un supereroe, ti chiede di tornare umano. Ecco tre piccoli passi per iniziare a sciogliere quel nodo:
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Smetti di giudicarti: L'autocritica consuma un'energia immensa. Invece di dirti "Sono un fallito perché sono fermo", prova a dirti: "Sono fermo perché mi sto preparando a cambiare strada. Sono in ascolto."
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Riconnettiti al Desiderio: Spesso sappiamo benissimo cosa non vogliamo più, ma abbiamo dimenticato cosa ci accende. Non pensare al lavoro o ai doveri. Chiediti: "Qual è l'ultima volta che mi sono sentito vivo?". Ripartiamo da lì.
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Chiedi aiuto: I demoni sembrano giganti quando siamo soli al buio. Quando accendiamo la luce della condivisione, si rimpiccioliscono.
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