Quando mi sono accorto che stavo vivendo in automatico
Per molto tempo ho creduto che il cambiamento arrivasse spingendo sull’acceleratore: più disciplina, più obiettivi, più impegno. Poi un giorno mi sono fermato.
Non perché non ne avessi più voglia, ma perché qualcosa dentro di me continuava a sussurrare:
“Così non stai scegliendo tu.” È stato lì che ho incontrato la consapevolezza.
Non come teoria, ma come esperienza che ti guarda negli occhi e ti chiede:
“Sei davvero presente nella tua vita?”
Il momento in cui tutto ha preso un’altra direzione
Era una giornata come tante. Facevo, rispondevo, correvo…
Finché ho realizzato che non ero io a decidere: erano le abitudini, il passato, la paura di deludere qualcuno. Quella consapevolezza è stata quasi dolorosa, ma in realtà anche liberatoria.
E so che quella sensazione può averla anche chi mi legge adesso:
il desiderio autentico di evolvere, di respirare davvero, di ritrovare la propria voce. La consapevolezza non arriva con un’esplosione: arriva con un click interno, un “stop” gentile che ti apre gli occhi.
Guardarsi dentro è la parte più difficile… e la più vera
Quando ho iniziato a guardarmi davvero dentro, non è stato comodo.
Mi sono fatto domande che avevo evitato per anni:
-
Per chi sto vivendo davvero?
-
Cosa sto cercando di non vedere?
-
Quali emozioni sto ignorando?
Aggiungi commento
Commenti